Il membership giallorosso costruito da Corvino adesso può guardare al futuro con ottimismo e nuove risorse: perché alcuni pezzi pregiati partiranno e altri rimarranno per crescere ancora
Alle sette di questa mattina Pantaleo Corvino, il vero architetto del miracolo Lecce, salvo con una giornata di anticipo, period, come al solito, già in movimento. Non per godersi quel che ieri è successo a Monza, quando la squadra da lui costruita, da Marco Baroni allenata e da Saverio Sticchi Damiani diretta, all’undicesimo minuto di recupero col rigore trasformato da Lollo Colombo, ha scacciato tutti gli incubi ei pensieri negativi , ma perché da tre anni non ha fatto ancora un giorno di riposo. Ha vinto la scommessa con la sua Lecce, col suo territorio. In due anni l’ha riportato in A, l’ha salvata con pochissime risorse e oggi ha in testa solo la squadra Primavera che da lunedì prossimo a Reggio Emilia cercherà di andare avanti il più possibile nei playoff perché la stagione regolare, con Federico Coppitelli in panchina, l’ha chiusa al primo posto. “Ne valeva la pena, ce l’abbiamo fatta anche stavolta”, cube il direttore entusiasta.
La squadra che vale un tesoretto
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Ma quel che lui ha costruito oggi vale oro. Perché nella rosa del Lecce ci sono ragazzi che ora fanno gola a tanti. E tanti sono di proprietà. Premesso che il portiere Falcone, il difensore campione del mondo Umtiti, il giovane attaccante di scuola Milan Colombo, la mezzala Oudin sono prestiti ea breve si penserà a cosa fare con loro, il tesoretto giallorosso non è roba da poco. In vetrina sono esposti due pezzi forti: il regista danese Morten Hjulmand e il difensore centrale Federico Baschirotto, esploso grazie alla cura Baroni. Sono i due che hanno impressionato di più ed è logico che siano appetiti da molti. In particolare il danese che già a gennaio period stato corteggiato dalla Premier.
Il Lecce è solido e la salvezza garantisce stabilità, dopo il notevole sforzo fatto da Sticchi Damiani ei suoi soci. Con una sola cessione il membership può dirsi virtuoso. Ma, se si entra nella boutique, e si va all’interno si scopriranno i due terzi del 2000 Valentin Gendrey francese, e Antonino Gallo, palermitano che hanno giocato più di 30 partite assicurando quella compattezza difensiva che è stata la base per ottenere la straordinaria salvezza. Se ci spingiamo oltre, troveremo la mezzala spagnola del 2002 Joan Gonzalez che Corvino ha traghettato dalla sua adorata Primavera alla titolarità in prima squadra.
Il gioiello Strefezza
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Poi c’è un altro diamante prezioso: Gabriel Strefezza, attaccante esterno al quale Baroni ha dato la consapevolezza di poter credere ancora di più nelle sue qualità offensive. Doppia cifra in B, otto gol in A. Strefezza, brasiliano, sente di poter spiccare il volo. Ha appena cambiato agente e vorrebbe provare a misurarsi altrove alzando l’asticella. La bottega del Lecce non è economica. Perché quel che ha compiuto è sotto gli occhi di tutti. E aggiungiamo, sul fronte offensivo il centravanti Ceesay, gli esterni Banda (altra scoperta di Corvino lo zambiano) e Di Francesco. Non sarà facile trattenerli tutti, ma a Lecce si sta benissimo, si può ancora crescere e questo è un fattore da non trascurare.
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