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Giusy Capasso alias Giuze fa della propria passione una ricerca continua



Giuze è Giusy Capasso, nata a Treviso il 7 Maggio 2000. Giuze ha iniziato a suonare sin da piccola. All’età di 8 anni, circa, ha il suo primo approccio con uno strumento musicale: la chitarra. Crescendo inizia ad appassionarsi alla scrittura, arrivando a scrivere i suoi primi pezzi.

Com'è nata la tua passione per la musica?
Credo che la mia passione per la musica sia nata con me, è una cosa che mi porto dentro da sempre. Il momento in cui ho acquisito maggior consapevolezza di ciò che stavo facendo è stato all’età 14 anni, tra l’estate della terza media e la prima superiore. Lì ho capito che fare la cantante era quello che volevo fare nella vita.

Qual è il tuo genere musicale?
Non mi piace etichettare il mio genere musicale anche se, ora come ora, i miei pezzi si aggirano molto attorno all’indie, indie/pop, ma voglio sentirmi libera di poter sperimentare anche altri generi in futuro perché credo sia proprio questo il bello della musica: la libertà di potersi esprimere senza limiti, generi e/o pregiudizi.

Hai uno o più artisti che ti hanno ispirato o che ti ispirano?
La prima artista ad avermi ispirata è stata la grande Demi Lovato, popstar americana. Al momento, i miei artisti preferiti sono: Ariete e Coez. Il mondo indie mi attrae parecchio perché ha un modo tutto suo di raccontare le cose. Gli artisti di questo genere danno colore ai propri testi utilizzando metafore e termini talmente tanto particolari da lasciarti senza parole. Ad esempio, Ariete in uno dei suoi brani dice: “Sento i tuoi respiri tra gli spifferi delle persiane” e credo non esista modo migliore per dire a qualcuno “mi manchi”.

Che parte ha la musica nella tua vita?
Come dice Verdone, bisogna fare della propria passione una ricerca continua. Questo é uno dei ruoli che ha la musica nella mia vita: la ricerca continua di nuovi metodi per comunicare. Oltre al fatto di lasciarmi esprimere liberamente e di amplificare le mie emozioni, la musica mi da modo di crescere, sperimentare e aprire la mente. Se rimaniamo chiusi nelle nostre convinzioni, non arriveremo mai a capire le dinamiche sociali, la comunicazione tra esseri umani o il pensiero del singolo.

Parlaci in sintesi del tuo ultimo lavoro musicale.
Il mio ultimo progetto si intitola “va bene così”. Si tratta di una storia d’amore spezzata a metà. Il brano nasce per l’esigenza di trascrivere su carta tutto quello che avrei voluto dire a quella persona e che nonostante la lontananza, a me bastava sapere che lui ci fosse.

Quale pensi essere il tuo più grande traguardo musicale?
Ad oggi, non ho raggiunto grandi traguardi musicali in termini di premiazioni o partecipazioni a programmi, ma posso dire che non c’è niente di meglio che vedere qualcuno emozionarsi sentendo i tuoi brani. Credo che per ora sia uno dei miei traguardi più grandi e spero di poter raggiungere più persone possibili.

Come possono seguire i tuoi lavori, i nostri lettori?
Non ho un profilo Spotify come artista e attraverso il mio profilo Instagram (@giuze), cerco di raggiungere più spettatori possibili. So bene che non é la piattaforma più adatta per la musica, ma voglio che le persone che mi ascoltano si sentano parte della mia realtà.

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