Il dialogo tra il patron e il tecnico campione d’Italia si è interrotto. Un prolungamento dell’accordo pare escluso. Ieri i due si sono solo salutati… Nessun incontro previsto
Metti una sera a cena da “Cicciotto a Mare Chiaro”, lì dove il mare luccica. Luciano Spalletti stavolta non ha scelto un posto della movida rumorosa di Chiaia, ma un luogo tranquillo dove ascoltare la risacca delle onde e chiacchierare serenamente con qualche amico.
Gode a vedere una città felice, nell’aver regalato infinita gioia a un popolo riconoscente, ma al tempo stesso sa che il rapporto con Aurelio De Laurentiis è in un momento di profondo gelo e al momento non esistono i presupposti per continuare a lavorare in sintonia . Napoli lo affascina, lo ha preso nell’animo, ma poi la quotidianità è fra le mura di Castel Volturno e per lavorare bene non esiste un problema di soldi, ma di stimoli e progetti.
L’incontro a Napoli
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Ieri tecnico e presidente si sono pure incrociati, perché De Laurentiis ha seguito anche una parte dell’allenamento, salutando tutti i giocatori. Fra i protagonisti una stretta di mano educata e nulla più. Dopo la cena di venerdì scorso ogni discussione è stata interrotta. Non sembrano esistere al momento i presupposti per riprenderla. Quella pec per la riconferma del contratto, mandata come fosse un qualsiasi impiegato non è stata “accettata” da Spalletti che, nel rispetto dei ruoli, vuol essere al centro di un progetto. Ed è calato il grande gelo. Bloccato ogni discorso su eventuali prolungamenti. Ma è pur vero che – a partire dalla domanda con gli ultrà – De Laurentiis ha dimostrato che quando vuol risolvere qualcosa poi trova sempre la soluzione a sorpresa.
Innominabile
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Ieri il presidente insieme a tutti i responsabili del Trentino, ha presentato il prossimo ritiro a Dimaro-Folgarida. Di solito a questa conferenza Spalletti partecipa, stavolta invece è stato scelto Meret. E il presidente ha iniziato rivolto ai giornalisti con una premessa che sapeva di minaccia: “Di calcio parleremo più in là. Oggi si parla del Trentino e null’altro. Abbiamo domenica una partita importante con l’Inter e siamo concentrati su quella. Altrimenti mi alzo e me ne vado”. Più volte in qualche modo si è tentato di chiedere sul futuro di Spalletti, ma De Laurentiis non lo ha mai nominato, a parte in un passaggio finale legandolo alla squadra e alla festa del 4 giugno. Anzi in un ringraziamento ribadisce i complimenti ai giocatori, senza alcun riferimento al tecnico. E quando parla di futuro dei campioni d’Italia sottolinea: “La gatta presciolosa fece i figli ciechi. Ogni anno abbiamo fatto cambi. Un anno fa quando mandai through dei geni (testuale, ndr) e dichiarai di voler vincere lo scudetto venivo preso per pazzo… Invece ho mantenuto la promessa. Chiaro e doveroso che si possa fare sempre di più. Mi sono sempre deviato nella competizione. Il primo giorno che saremo in viaggio per il nuovo anno sportivo, che speriamo sia azzurrissimo, parleremo di mercato. I nostri dello scouting sono stati lì a osservare tanti giocatori. Ormai il Napoli è un model che puoi rendere in un manifesto con l’azzurro e il sole. Gli stessi elementi presenti nel mio stemma di famiglia”. Come ribadire: fidatevi di me, nessuno è indispensabile e tutti sono sostituibili. Tecnici, dirigenti e naturalmente giocatori. L’unico accenno è sulla cena di venerdì scorso con l’innominabile Spalletti: “Period dovuta, è stata la cena dell’amicizia e del ringraziamento”.
Lo sguardo oltre
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Poi evita ogni altra possibile trappola mediatica. La situazione attuale comincia maledettamente advert assomigliare a quella di cinque anni fa, quando Maurizio Sarri fu “blindato” contro voglia e il Chelsea per convincere De Laurentiis pagò a peso d’oro Jorginho. Il presidente allora che fa: vuol convincere Spalletti e rimotivarlo oppure guarda già altrove? Di sicuro ancora non si è mosso in maniera definitiva ma i contatti con Rafa Benitez ci sono da tempo e il tecnico spagnolo conosce bene ambiente e ambizioni, oltre a stimare parecchio Spalletti e il suo lavoro. Considerando che parliamo di uno che la Champions l’ha già vinta, in linea con le ambizioni di un presidente che dovrà essere convincente con la piazza per cambiare il tecnico dello scudetto.
Festa e ritiri
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In attesa di capire chi guiderà il Napoli con lo scudetto in petto, lo stesso presidente ha confermato che la partita con la Samp si giocherà alle 19 di domenica. “E poi inizierà una grande festa che durerà sino a notte. Per la premiazione ho preparato un palco di oltre 500 metri quadri e metterò tanti maxischermi perché tutti possano vedere bene. Ho chiesto a Fiorello di tutta montare la sua struttura al Maradona per cominciare lì nelle prime ore di lunedì. Vedremo se accetterà”. Intanto il ritiro a Dimaro, con tante novità, ci sarà dal 14 al 25 luglio.
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