L’ex capo di stato maggiore dell’Aeronautica e consigliere di tre premier, il generale Leonardo Tricarico, presidente della fondazione Icsa prova a fare chiarezza su quanto rilevato nelle ultime ore: «Un’offensiva di palloni-spia cinesi nei cieli americani proprio adesso non è molto credibile, anzi è alquanto inverosimile. Probabile che il fenomeno non sia di oggi o ieri, ma che venga utilizzato ora per finalità diverse dalla difesa e sicurezza. Sono gli Stati Uniti a dover spiegare quello che stanno facendo, cosa non dicono o cosa vogliono lasciar credere…», fa sapere perplesso in un'intervista a Il Mattino. «Di solito questi palloni servono ad acquisire emissioni elettromagnetiche e dati non altrimenti rilevabili».
Spiega anche il motivo secondo il quale, a suo parere, erano sugli Stati Uniti: «Dipende dai sensori che avevano
a bordo e che gli americani dovrebbero avere recuperato. Si tratta di oggetti
volanti senza pilota, spesso abbatterli causa più danni di quanti non ne
provochino rilevando i segnali. Davanti a un’invasione dello spazio aereo si
protesta, l’abbattimento è un’opzione in seconda battuta: la scelta di non
risolvere la questione per via diplomatica è un comportamento che invece di
attenuare le tensioni le accentua, verso un Paese come la Cina che potrebbe
rivestire un ruolo centrale nell’avvio di un negoziato, o una tregua, in
Ucraina».
Ai tempi di Trump però pare non siano stati intercettati corpi simili: «Questi oggetti hanno una
superficie riflettente, per quanto la forma circolare agevoli il camuffamento:
non è credibile che prima non fossero intercettati. E non essendo guidati,
vanno dove li porta il vento. Sostenere che si trovassero apposta su obiettivi
strategici Usa è un azzardo degli americani, che va dimostrato».
Uno degli oggetti abbattuti era sul Canada: «Stiamo vivendo un momento in cui
c’è un mainstream scritto non dai Paesi europei, tanto meno dal Canada, ma a
cui tutti poi incredibilmente si associano».
Tricarico ha poi continuato a spiegare l'utilizzo dei palloni-spia: «Fondamentalmente, vengono usati per prospezioni scientifiche e meteorologiche: acquisire dati negli strati alti dell’atmosfera, e elaborarli. C’è anche questo ulteriore impiego della raccolta informazioni, ma non riesco a mettere a fuoco quale razza di attività di acquisizione dati facesse capo a queste sonde e quale fosse il pericolo reale per il Paese osservato. Siamo abituati ormai a vedere atti non distensivi fra Stati che dovrebbero promuovere il processo di pace. Gli americani non fanno la stessa cosa dei cinesi? Spiare è un dovere, non un diritto… Certo, nel rispetto delle leggi internazionali».
Riguardo la violazione dello spazio aereo si potrebbero trovare altre giustificazioni: «Con un pallone che va
dove tirano le correnti, senza guida, chi l’ha lanciato potrebbe dire che non
prevedeva che finisse sull’America. Non sappiamo che genere di dati acquisisce. Non abbiamo gli strumenti per stabilire la gravità dei fatti. Se la captazione
riguarda emissioni elettromagnetiche di sistemi che attengono alla sicurezza
dello Stato, la violazione c’è, ma va provato. Se invece i fini sono
scientifici, la violazione è “innocente”. Mi chiedo: il fenomeno è nato oggi o
preesisteva ed è stato tollerato perché non c’era la necessità di presentare il
conto a qualcuno?».
Anche in Cina pare siano stati avvistati: «Per adesso è propaganda,
rappresaglie verbali relative a comportamenti di cui ci sfuggono i contorni:
esagerazione o creazione di episodi ad hoc, in giro per il mondo».
In Italia invece pare non ci sia una situazione simile: «C’è
ormai un’interconnessione allargata dei dati e la tecnologia adatta, non sarà
un problema capire se anche i nostri spazi aerei possano essere interessati.
Personalmente mi risulta che questi palloni sonda ci siano, ma che siano
lanciati e operino per finalità diverse da quelle che oggi gli Usa vogliono
denunciare».
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