Sara e Devis, interpreti e cantautori, sono entrambi appassionati di Hemos
Rock, acronimo di: heavy, epical, metal, old, synfony , tutti generi che il duo adora interpretare.
Cosa proponete al momento?
Le nostre scalette musicali sono composte da cover di gruppi fantastici
come i Nightwish, più brani di altri artisti tra i quali per esempio i
Placebo,Green Day, Lita Ford, The Rasmus, Muse, Cranberries, Moda’, e molti
altri. Semplicemente, quando una canzone di stampo rock ci piace, noi la reinterpretiamo. Nel nostro repertorio però ci sono anche canzoni sociali
Cosa intendete esattamente per “sociali”?
Quelle che la maggior parte delle volte non hanno avuto molta risonanza,
raccontano storie crude e portano messaggi importantissimi. Purtroppo la
cronaca ci ha abituato a sentire di tutto, violenza di ogni sorta, abusi,
delitti. Quando ascoltiamo una canzone che parla di queste cose, da
principio spesso ci vengono i brividi ma poi, per reazione emotiva
normale, la mettiamo da parte. Noi Crediamo che la musica sia anche un modo
per non accantonare, tutti possiamo fare qualcosa di utile anche soltanto
ascoltando e cantando una canzone. Di sicuro non basterà questo a risolvere
le cose e a portare conforto tangibile a chi patisce certe sofferenze, però
cantare è un modo come un altro per non svicolare, per non dimenticare, per
esserci anche soltanto con il cuore. Non sarà molto ma da parte nostra,
canteremo a pieni polmoni e con il cuore in mano per trasmettere tutta la
nostra vicinanza.
Avete anche brani originali?
Due.
li stiamo presentando proprio in questo periodo, a Sanremo Newalent
porteremo "Ravensthorpe", un pezzo scritto nel testo da noi, arrangiato da
Claudio Banzato e Barbara Marchiori con il quale vogliamo iniziare ad
esternare quel che pensiamo riguardo argomenti che ci stanno particolarmente
a cuore:
antiche civiltà e coscienza collettiva di realtà ormai troppo affermate per
poter ancora essere ignorate, situazione ambientale disperata, presenze
extra terrestri, ufologia, urgenza di cambiare subito l’ottica d’insieme.
Voi due non siete esattamente dei “ragazzini” perché dovreste funzionare?
È vero, ma chi ama la musica sa che la musica è di tutti, a tutte le età e
non importa affatto se si inizia a 18 anni oppure a 40. Quando nel sangue
ti scorre musica e la tua voce scalpita perché una canzone ti prende al
cuore, beh, allora devi cantare e magari, se credi davvero in quello che
fai, se vuoi condividere parte del tuo pensiero con gli altri, non ci pensi
su tanto, ti butti, ti proponi, investi tempo, denaro ed energie per portare
avanti ciò che senti.
E se non ci riuscite? Se vi escludessero per ciò che dite o per la
disabilità di entrambi infrangendo queste speranze ?
Non possono! Ci sono molte altre voci oltre la nostra, molti modi per dire
quel che pensiamo, non esiste solo il microfono!
Se qualche etichetta fosse lungimirante quanto basta “sfrutterebbe” anche
la nostra disabilità nel modo giusto.
In giro non ci sono soltanto pietismo e ignoranza, le persone spesso
sorprendono, a volte occorre aiutarle a capire, incoraggiarle a non aver
paura di chi sembra tanto diverso e allora tutto si trasforma, diventa
gioia, bellezza, amicizia e amore.
E allora…. In bocca al lupo!
Viva il lupo e viva la musica!
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