Il primo giorno di riaperture è stato una gran festa per
tante categorie di lavoratori. Finalmente anche per gli appassionati di arte e cultura
si cominciano a vedere i primi spiragli di luce: tanti complessi monumentali hanno aperto le porte
al pubblico adottando però tutte le norme di sicurezza previste dal protocollo
ministeriale, e fra queste anche il Complesso
di San Lorenzo Maggiore a Napoli e gli scavi
archeologici della Neapolis Sotterrata.
Tante difficoltà tuttavia per le attività legate al settore turistico
che mai come ora nella storia hanno subito un duro colpo durante l’emergenza coronavirus. Dopo due mesi però i visitatori campani potranno tornare ad immergersi nelle bellezze delle
proprie terre rispettando il confine regionale. Fra i provvedimenti sanificazione periodica
certificata, controllo delle distanze di sicurezza e mascherine obbligatorie,
dispenser di igienizzante in ogni angolo, guanti e protezioni per il personale;
ma anche nuova segnaletica e percorsi che evitino il crearsi si assembramenti
in attesa di tempi migliori: nel frattempo massima
sicurezza per le visite culturali mentre si prova pian piano a dar sollievo
anche all’anima dopo la quarantena grazie alla bellezza, all’arte, alla
cultura.
“Niente di
meglio per riprendersi da questo periodaccio di crisi e paure che arricchirsi
interiormente con l’arte e la storia che ci circondano”, sottolinea Roberto De Rosa ai microfoni de Il Mattino, uno dei responsabili
del complesso di San Lorenzo. E continua: “Un segnale di ripresa importante e di fiducia nella
speranza di accogliere nel migliore dei modi visitatori e turisti locali,
napoletani e campani in questo periodo e poi anche turisti italiani ed esteri
quando si darà il via libera”.
Inoltre grazie alla connessione Wi-Fi gratuita all’interno del complesso e a un’app si potrà scaricare la
videoguida che accompagnerà il visitatore secondo tre itinerari, che sono la
Basilica, le Sale e gli Scavi archeologici dell’antico mercato greco romano. Particolarmente suggestivo è l'itinerario degli scavi
in cui si viaggia in una Napoli
sotterranea conservata perfettamente a causa di un cataclisma, che
rappresentano uno dei tesori più incredibili presenti nel cuore dei decumani a Napoli,
tra 25 secoli di storia, per dare la possibilità ai campani di essere turisti
nelle proprie terre ed emozionarsi con piccoli grandi viaggi indietro nel
tempo, per conoscere le proprie origini e l’arte di cui è impregnata Napoli.
Resta poco chiaro tuttavia al momento il futuro di un’altra categoria enormemente colpita dalla crisi Covid 19, oggi ancora avvolta nell’ombra: si tratta delle guide turistiche, il cui compito sarebbe quello di trasmettere
il patrimonio culturale attraverso emozioni, creando ricordi e scambi umani
incommensurabili accompagnando l’esperienza multisensoriale della visita con
informazioni ma anche con la componente umana insostituibile nella trasmissione
della cultura in grado di unire la sensibilità e la capacità di emozionare.
A spiegarlo è Paola
Artizzu, guida turistica e responsabile di Gti Campania: “La nostra categoria in Campania vive ancora
nell’incertezza al momento, non è ancora chiaro se siamo autorizzati a lavorare
o meno. In altre regioni sono stati definiti dei protocolli chiari da seguire
per la ripresa della nostra professione, ma qui sembra che siamo stati
dimenticati. Quando si parla di turismo si ricordano alberghi, ristoranti,
stabilimenti balneari, qualche volta siti archeologici senza alcuna attenzione
alla professione delle guide turistiche. C’è la voglia di rimettersi in gioco e
di reinventarsi nuove attività adattandosi al periodo storico. Si potrebbe
procedere con percorsi all’aperto nel rispetto delle misure di sicurezza, a
piccoli gruppi mantenendo il distanziamento sociale. Ma noi in realtà ancora
non abbiamo un protocollo di operabilità. Si tratta di numerosi professionisti
che vivono nel dubbio. Si potrebbero organizzare percorsi in sicurezza con i turisti delle nostre terre: c’è tanto
da conoscere e da visitare anche per chi in Campania ci vive, ma ancora non
sappiamo al momento se la nostra attività è legittima e siamo bloccati nei fatti
nel prendere iniziative. Vorremmo riorganizzarci per restare a galla e
valorizzare il nostro lavoro e i siti meravigliosi che ci circondano e che
meritano luce”.
Numerosi siti archeologici e culturali al momento ancora non riescono ad aprire nonostante le concessioni, poiché sono a lavoro per adeguarsi alle nuove misure di sicurezza. Altri hanno deciso di
operare utilizzando esclusivamente le nuove tecnologie, sicuramente funzionali
ma che non possono sostituire la componente umana ed emozionale nella trasmissione
della cultura. Un settore intero colpito in maniera mostruosa, innumerevoli le
cancellazioni e le attività sospese. E mentre pian piano la vita continua,
riparte, mentre il bar e i ristoranti aprono e si può assaporare un caffè al
tavolino in compagnia, ancora non si può godere a pieno dei benefici dell’arte
e della cultura in Campania. È c’è chi ha voglia di nutrire la propria anima in
sicurezza anche ai tempi del coronavirus.